Dopo il pareggio con il Como è arrivato il momento di fare un primo punto sul campionato nerazzurro. La squadra di Maran è sulla strada giusta, ma il lavoro da fare è ancora tanto, soprattutto in difesa.

LA DIFESA– Ci sono ben due cose che saltano subito agli occhi guardando giocare la squadra di Maran, identificabili come i due principali limiti del gruppo nerazzurro. Il primo, più grave, anche in base ai numeri, con 10 reti subite tra coppa e campionato in tre gare, è relativo alla difesa. C’è però un indizio che ci fa ben sperare nel tempo e nel lavoro di gruppo come medicina per risolvere il problema. Il Pisa infatti ieri ha subito poco, anche per stessa ammissione di Maran, per poi perdersi in un bicchier d’acqua con due errori grossolani. La squadra è solida, ma la difesa non è ancora al livello dell’anno scorso. Cosa manca? Numericamente niente. Calabresi ha giocato la sua prima partita, Esteves si sta ambientando rapidamente, ma è arrivato indietro di condizione, Rus sta recuperando da un infortunio, Caracciolo non lo rivedremo in campo fino a dicembre o gennaio, Hermannsson si è operato questa estate ed è sulla strada per raggiungere il 100% della forma, mentre Canestrelli non è abituato alla difesa a 4 e si sta ambientando, nonostante qualche problema di condizione atletica. Sarebbe sciocco non rendersi conto di queste difficoltà e invocare continuamente l’arrivo di altri difensori. Attualmente, nella rosa nerazzurra, ci sono ben 10 giocatori (se contiamo anche Jureskin come terzino e De Vitis riadattato al centro) che possono giocare in difesa. Non sarà certo invocando l’arrivo di un altro difensore che si aiuterà la squadra a trovare la quadra in difesa. Anzi, è deleterio nei confronti di chi sta cercando di ambientarsi, perché a Pisa si è abituati a bocciare con la falce bollando subito qualche giocatore ai primi errori. Dopo la Coppa Italia, abbiamo stimato circa un mese, sulle pagine di Sestaporta, come tempo per risolvere le problematiche nerazzurre. Passato questo termine si inizieranno a fare i primi veri bilanci.

SQUADRA –  Il secondo problema è quello dell’amalgama. Appare chiaro come il sole che ieri, durante la sfida con il Como, si siano visti troppi personalismi e a volte leggerezze. Troppi i palloni persi a centrocampo, forse a conti fatti il reparto che più ha messo in difficoltà i colleghi della difesa. Troppe volte abbiamo visto alcuni giocatori prendere l’iniziativa tentando sempre la giocata più difficile, evitando di giocare semplice. Questo ci fa capire come ancora i personalismi la facciano da padrone e la squadra non sia ancora tale. Ed è capitato tra il Cittadella e il Como che qualcuno sia andato in campo quasi senza conoscere i compagni di squadra. Sì, questa è una pesante eredità di questo mercato, ma è un problema risolvibile. Come dice Maran però “Il lavoro è tanto da fare, ma questo non significa che non dobbiamo fare risultato. Ci mettiamo un situazioni difficili con troppa facilità, poi diventa una fatica doppia dover recuperare”. E’ su questo che dovrà lavorare il Pisa per risolvere anche questa situazione difficile.

La squadra nerazzurra (Foto Pisa SC)

NOTE POSITIVE – Nonostante ai nerazzurri manchi una punta, dalla cintola in su la squadra di Maran sta creando un numero crescente di occasioni da gol. Morutan, in particolare, sta dimostrando di essere un giocatore fuori categoria che non ha niente a che spartire con questa Serie B. Torregrossa inoltre ha dimostrato un grande attaccamento alla maglia, per molti motivi e questo suo ritorno anticipato dall’infortunio grazie all’ottima riabilitazione sta permettendo di accelerare i tempi anche per sopperire ad alcune lacune offensive. Il potenziale è il più grande alleato della squadra di Maran. Quando saranno entrati in forma tutti i giocatori, quando chi proviene dall’estero sarà al 100% e si sarà adattato, questa squadra potrà davvero spiccare il volo, ma occorre ancora un po’ di pazienza. Ci sono tanti progressi dimostrati dai nerazzurri, ma la strada da battere è ancora lunga.

IL MERCATO – Per quanto riguarda i gol, l’attacco del Pisa non può affidarsi solo a Torregrossa, Cissé o Masucci. Non dal punto di vista numerico, ma neanche dal punto di vista della qualità, perché stiamo parlando di tre attaccanti con peculiarità molto specifiche, bensì per alcuni limiti che emergono per motivi diversi. Masucci è troppo ‘vecchio’ per poter reggere 90 minuti continuativamente, così come Cissé è troppo giovane per poter avere la responsabilità del reparto sulle spalle, mentre Torregrossa è ancora potenzialmente troppo fragile e non ha neanche lui i 90 minuti nelle gambe. Ecco perché una punta (che arriverà) è sempre l’ultimo tassello mancante di questa squadra, a meno che nell’ultima settimana la società non decide di intervenire anche altrove, viste le prossime partenze di Cisco e Di Quinzio, ma forse anche di Cohen, se la trattativa col Maccabi Tel Aviv andrà in porto.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018