Con la gara di ieri si è conclusa la seconda stagione in Serie B della gestione Corrado, ma forse dovremmo parlare di un anno lunghissimo, durato in realtà due stagioni, in cui il Covid-19 ha tolto respiro e gioia a questo calcio. Il Pisa però ha fatto il suo percorso, confermando il gruppo dell’anno scorso e puntellando successivamente la rosa in inverno. Un campionato diverso da quello precedente, tra errori arbitrali, disattenzioni difensive e ritmi spezzati causa Covid, ma su cui si può guardare indietro con orgoglio, perché per la prima volta dall’epoca Anconetani il Pisa disputerà per il terzo anno di fila un altro campionato di Serie B, nella prossima stagione, anche se alla fine la squadra ha chiuso al 14esimo posto, con qualche rimpianto. A metà stagione il magnate Alexander Knaster ha rilevato il pacchetto di maggioranza del Pisa e da qui ripartirà il nuovo corso nerazzurro, tra conferme e nuovi arrivi, per un futuro fatto di progetti e sogni, mai così vividi. Ancora una volta, ecco il film e l’analisi di questo campionato.

LA GENESI – Non c’è neanche il tempo di poter metabolizzare un campionato terminato troppo tardi, alla fine di luglio. Il Pisa si ributta subito in pista alla fine di agosto, da Montecatini, per un ritiro lampo. A causa del Covid-19 il tradizionale ritiro per Storo è rimandato, chissà, forse all’estate 2021. Nel frattempo Davide Moscardelli annuncia il suo ritiro, entrando nei quadri tecnici del Pisa, come collaboratore di Luca D’Angelo e trait d’union con lo spogliatoio. C’è anche un nuovo arrivo nello staff con Maurizio Pugliesi che prende il posto di Claudio Rapacioli come preparatore dei portieri. Inizia così la genesi della nuova stagione, resa nota dal presidente Corrado nei suoi intenti: “Il mister ci ha chiesto di mantenere questo gruppo. […] Il Pisa sa giocare a memoria e inizialmente potremo avere dei vantaggi. È una partenza similare a quella dell’anno scorso”. L’obiettivo? Per Giovanni Corrado è una asticella da alzare. Dal punto di vista sportivo diventa subito chiaro che Luca D’Angelo si affiderà al 4-3-1-2, utilizzandolo come schema principale, mentre il 3-5-2 verrà messo temporaneamente in naftalina.

IL MERCATO ESTIVO – Come per il campionato precedente, il Pisa deve effettuare un gran lavoro per piazzare parte dei suoi asset in prestito a società satellite. Gli arrivi sono centellinati e ci sono alcune conferme. Caracciolo, già arrivato a gennaio, viene riscattato a titolo definitivo dalla Cremonese. Varnier e Vido tornano a Pisa dopo una lunghissima trattativa con l’Atalanta. Arrivano anche tre nuovi calciatori: Sibilli dall’Albinoleffe, Palombi dalla Lazio e Mazzitelli dal Sassuolo. Diventa anche effettivo lo scambio milionario tra il Pisa e la Juventus nel merito dei portieri. Gori lascia Pisa per 3 milioni di euro, andando a Torino a curarsi dopo il brutto infortunio che lo colpì al termine della stagione scorsa, mentre Loria fa il percorso inverso, con un investimento di due milioni di euro. Rientra dal prestito anche Alessandro Quaini, preferito a Pompetti, che torna all’Inter. In uscita termina la telenovela Eusepi che va a titolo definitivo all’Alessandria, lascia anche D’Egidio, svincolato, Zammarini va per il quarto anno di fila a Pordenone e Minesso parte per Perugia. In mezzo tanti prestiti e altre partenze. Obiettivo di questo mercato dare seguito al gruppo dell’anno precedente con pochi, ma mirati arrivi.

La rete dell’1-1 di Caracciolo nel corso della gara di andata tra Reggiana e Pisa

LA PRIMA PARTE DEL TORNEO – I nerazzurri partono con un pareggio contro la neopromossa Reggiana, ma stentano terribilmente. Il Pisa viene eliminato dalla Coppa Italia per mano dell’Entella e non vince nessuna gara fino alla settima giornata contro la Reggina. I successivi crolli contro Cittadella e Spal fanno preoccupare e il Pisa, con una sola vittoria in 9 partite, è anche una delle difese più battute del campionato, con 4 reti subite da Spal, Cittadella, Vicenza e Salernitana e 3 reti dall’Empoli. La critica non perdona il reparto, ma parte dell’opinione pubblica si scaglia contro il nuovo primo portiere del Pisa Perilli. Proprio nel momento più difficile, la società conferma D’Angelo e il gruppo si dà una svegliata, si compatta e inanella una serie positiva di ben 8 risultati utili consecutivi. Spicca l’incredibile vittoria corsara per 3-0 al Via del Mare di Lecce e comincia quello che sarà il leitmotiv di tutta la stagione, con un Pisa dai due volti, capace di giocarsela a viso aperto e fare grandi partite, ma anche di essere protagonista di cocenti delusioni e distrazioni. In mezzo anche i tanti errori arbitrali, ma ci arriveremo più avanti. I nerazzurri terminano la prima parte del campionato praticamente a metà classifica.

Giuseppe Corrado e Alexander Knaster

ARRIVA KNASTER – A fine dicembre dalla Liguria rimbalzano alcune voci su un possibile interesse di Alexander Knaster, magnate russo-americano dal passaporto inglese, per acquistare il Pisa. L’attenzione della città però si desta il giorno dell’Epifania, quando il blog Calcioinpillole offre maggiori dettagli. La stampa pisana, nel silenzio della società nerazzurra, che preferisce trattare in via riservata, fa emergere nuovi dettagli e rapidamente si assiste a un’escalation di notizie che porta, il 20 gennaio, alla cessione ufficiale del 75% della società al nuovo socio di maggioranza. A darne notizia è La Nazione, che anticipa di 40 minuti il comunicato ufficiale della società. “Si chiude un’avventura emozionante, bella e coinvolgente – è il pensiero di Enzo Ricci – ; e si chiude nel migliore dei modi, nel bel mezzo di un percorso virtuoso”. Ci sono anche le prime (ed uniche) parole di Knaster: “L’operazione di oggi è motivo di orgoglio ed è un onore essere associato ad una città e ad una società calcistica storica come il Pisa. Il mio investimento è solo l’inizio di un percorso che accompagnerà la squadra e la società verso nuovi traguardi sportivi e non”. L’assetto societario non cambia. Al timone rimane Giuseppe Corrado e il progetto sportivo rimane immutato. Nei mesi successivi si accelererà per il nuovo centro sportivo, che sorgerà a Gagno, mentre sullo stadio sono attesi Pef e progetto definitivo, per poter iniziare la seconda parte di un iter burocratico che porterà in seguito alla posa della prima pietra. Knaster immette anche 20 milioni di euro nella sua società, la Ak Calcio Ltd, controllante del pacchetto di maggioranza del Pisa. Con la nuova stagione sono attesi numerosi investimenti per far crescere la squadra.

Roberto Gemmi e Giovanni Corrado

IL MERCATO INVERNALE – Il mercato invernale è protagonista dei “tiri mancini” di Roberto Gemmi e di un ritorno, quello di Stefano Gori. Per quest’ultimo una trattativa in sordina da parte della società nerazzurra che decide di puntare su di lui per il rilancio, rimandando in panchina Perilli. Dato che il Pisa ha una clausola secondo la quale, una volta che il giocatore sarà ceduto a titolo definitivo, in futuro, dalla Juventus, otterrà una parte dei proventi, la scelta di valorizzarlo ulteriormente a Pisa dopo l’infortunio occorso al termine dello scorso campionato è anche un investimento per il futuro. Arrivano anche Giuseppe Mastinu dallo Spezia, a titolo definitivo, Andrea Beghetto dal Frosinone e Davide Marsura, svincolato dal Livorno, sfilato gratis ai cugini livornesi, che sprofonderanno a fine stagione, tra debiti e una società fantasma, nell’anonimato della Serie D. Il Pisa protegge i pezzi pregiati dalle sirene di Serie A e finisce per mandare in prestito Giani, Alberti e Kucich. Sulla carta il mercato offre la possibilità al Pisa di migliorare reparto per reparto. Mancavano due mancini e Gemmi li ha comprati, la difesa non era al top ed è tornato Gori. In attacco si è infortunato Masucci ed è arrivato Marsura. Purtroppo, a parte Stefano Gori, solo Marsura farà vedere cose positive, mentre Mastinu, appena entrato in forma, dovrà fermarsi causa Covid-19 e Beghetto deluderà le aspettative, non entrando mai in sintonia.

Palombi e la sua doppietta a Monza (Foto Pisa SC)

LA SECONDA PARTE DEL CAMPIONATO – Nel girone di ritorno il Pisa continua ad alternare cose buone a cose brutte, mentre sullo sfondo gli errori arbitrali si sprecano. Indimenticabile la vittoria sul Monza al Brianteo, dove Palombi guarisce dalla sua sindrome dei pali e mette dentro una doppietta destinata a fare storia. I nerazzurri proseguono nella loro corsa e arrivano a marzo alle porte dei playoff, dopo un’altra roboante vittoria sulla Spal per 3-0, vendicando il 4-0 dell’andata. I playoff sono vicinissimi, ma qualcosa si rompe. Da quel momento in poi i nerazzurri vinceranno solo due delle ultime 9 partite del campionato, compresa l’ultima inutile sfida con l’Entella, chiudendo il torneo così come lo avevano cominciato, in negativo e con una difesa che alla fine mostra tutti i suoi limiti. Nonostante un 14esimo posto, senza dubbio peggiore rispetto al nono dello scorso campionato, il film però deve essere interpretato a lieto fine, con una squadra capace di salvarsi per la seconda stagione di fila in Serie B, una cosa che non accadeva dall’epoca Anconetani.

D’Angelo al centro Coni

L’ANALISI – Si arriva ora all’analisi di una stagione su cui ci sarebbe tantissimo da dire. Impossibile parlare di un anno tutto positivo o di un anno tutto negativo, sono troppe le considerazioni da fare e non si può vedere tutto bianco o nero. Il campionato del Pisa è una lunga scala di colori e di grigi che vanno opportunamente sviscerati, un aspetto dopo l’altro. La prima cosa da dire, al di là del positivo aspetto della salvezza, è che il Pisa ha reso ben al di sotto delle proprie possibilità. Per come era stata messa in piedi la squadra, per gli acquisti mirati di Roberto Gemmi, non criticabile da questo punto di vista, la squadra poteva e doveva fare di più. Dal punto di vista psicologico però i nerazzurri non sono riusciti a mantenere continuità e ogni volta che la squadra si affacciava verso i playoff, regolarmente accadeva qualcosa che cambiava le carte in tavola, tra episodi o demeriti propri, facendo mancare sempre quel colpo che avrebbe potuto portare il Pisa a giocarsi le proprie carte ad armi pari con le altre. Ciò è da ascrivere a tanti fattori. Il primo fattore è quello della difesa.

Marco Varnier a San Piero a Grado

LA DIFESA E GLI INFORTUNI – Il Pisa, al termine della stagione, ha chiuso con la terza peggior difesa del torneo. Un dato statistico fortemente negativo, che deve far riflettere sull’impiego di diversi giocatori per la prossima stagione, rivelatisi non all’altezza di poter giocare in Serie B ad alti livelli, se il Pisa vorrà avere ambizioni di alta classifica. Dati alla mano, la differenza statistica tra Gori e Perilli è stata netta, al di là di tutte le attenuanti di Perilli, che comunque ha contribuito a risvegliare la squadra dal torpore iniziale, ma anche Gori, nel finale di campionato, ha dovuto fare gli straordinari per coprire le magagne dei compagni. A parte lo stoico Caracciolo, il migliore dei centrali difensivi del Pisa su cui sarà necessario costruire intorno un reparto all’altezza della situazione e a parte Samuele Birindelli, la cui maturazione lo ha portato persino a vestire la maglia della nazionale, si salva ben poco. Benedetti, dati alla mano, ha alternato prestazioni ordinate a distrazioni gravi, buchi difensivi ed errori che hanno determinato risultati in più di un’occasione. Con questo non si impali il giocatore sulla pubblica piazza, che in Serie B fa un’ottima figura, ma se il Pisa vorrà andare in Serie A, servirà un altro centrale da affiancare a Caracciolo. Fallita la scommessa Varnier, ma non per limiti tecnici, bensì per limiti fisici. Il giocatore a Pisa si è rotto due volte il crociato, a due ginocchia differenti, dopo che già se lo era rotto ai tempi dell’Atalanta. Al momento di tornare in campo, dopo gennaio, Varnier si è fermato di nuovo, non dando alcuna garanzia dal punto di vista fisico a una squadra che aveva bisogno di lui. Speriamo possa in futuro tornare ad essere un calciatore da 30 gare a stagione, ma il Pisa ora deve puntare su calciatori sani. Sfortunato in questo senso anche Meroni, con alcuni problemi muscolari che lo hanno contraddistinto nel corso delle ultime due stagioni. Il giocatore, dopo il prestito biennale, tornerà al Sassuolo e starà al Pisa capire se poter ancora puntare su di lui. Male invece Beghetto, che non ha inciso in nessun modo dal suo arrivo in città a gennaio, con prestazioni opache ed errori difensivi. Gli auguriamo, se il Pisa punterà ancora su di lui il prossimo anno, di compiere la stessa parabola che fu di Zavagno, anonimo e praticamente un fantasma, non visto da Braglia al suo arrivo al Pisa, ma che si trasformò in uno dei trascinatori del Pisa di Ventura l’anno successivo. Anche Lisi, probabilmente, ha fatto il suo tempo. L’effetto sorpresa su cui il Pisa poteva puntare la scorsa stagione è venuto meno in questa, tra errori difensivi e meno peso offensivo, con poca lucidità in fase di costruzione. Di sicuro la difesa sarà pienamente da ristrutturare per il prossimo campionato.

DEMERITI – Invero è stato l’anno delle occasioni sprecate, in cui la squadra ha fallito, più che il salto di qualità, la ricerca della continuità. Errori difensivi, già ampiamente analizzati nel reparto, fatica nel fare breccia in difese chiuse. Il Pisa forse ha peccato nel capire come affrontare e rimanere attento in momenti chiave, rianimando anche più volte avversari perfettamente alla portata. Con il Frosinone, in una delle ultime gare del torneo, il Pisa ha infatti permesso ai ciociari di vincere in casa, interrompendo un digiuno di cinque mesi tra le mura amiche, in una gara che poteva andare in ben altra direzione. Col Pordenone, ad aprile, il Pisa si fa rimontare due gol, sprecando una ghiotta occasione. Col Pescara si sarebbe potuto giocare molto meglio, e invece la gara termina con un 3-1 per una squadra che terminerà penultima in campionato. Con la Salernitana, a febbraio, arriva una beffa al 93′ per una gara ampiamente alla portata del Pisa, mentre con la Cremonese, al di là degli errori arbitrali, pesano gli ultimi 10 minuti della partita.

Il gol regolare di Masucci nella gara di andata tra Pisa e Cremonese

ARBITRI – Non tutti i demeriti però sono del Pisa se qualcosa durante il campionato non è andata nel migliore dei modi. Molti punti sono stati lasciati per strada per colpa degli errori arbitrali, francamente davvero troppi per passarci sopra. Già da Reggiana-Pisa della prima giornata del torneo manca un rigore solare su Soddimo nei primi minuti della partita. Grida ancora vendetta il gol annullato a Masucci in Pisa-Cremonese 1-1, un errore tecnico gravissimo da parte dell’arbitro, ma soprattutto del guardalinee, su cui ci si interroga ancora a distanza di mesi. Che dire del fallo di mano nel finale di gara di D’Elia in Pisa-Frosinone 0-0 o dei numerosi errori compiuti in Virtus Entella-Pisa sotto gli occhi di Knaster, con una rete annullata a Benedetti e un rigore inventato di sana pianta per i padroni di casa? In Cremonese-Pisa si è poi chiuso un cerchio, con un altro solare errore per quella che poteva essere un’espulsione diretta di Carnesecchi nel corso di una sciagurata uscita assassina, ma si prosegue e la gara terminerà sul 2-1 per la Cremonese. Col Lecce, nel corso della gara di ritorno, Maggio travolge Palombi in area, rovinandogli addosso. Sarebbe rigore ed espulsione, invece si risolve tutti in un nulla di fatto e il Lecce vince 0-1. Infine, in Pisa-Venezia 2-2, resta ancora negli occhi quel rigore inventato nel finale, dove si vece chiaramente che Siega la tocca con la schiena e non con la mano, e la partita termina in parità. Non è esagerato dire che almeno una decina di punti sono stati portati via al Pisa per errori arbitrali. Lo stesso Giovanni Corrado, dopo l’ennesimo torto arbitrale, è stato squalificato dopo aver discusso negli spogliatoi col direttore di gara di Pisa-Lecce. A fine stagione, il suo commento non lascia spazio alle interpretazioni. C’è anche il tempo per un ultimo torto arbitrale, fortunatamente ininfluente nel risultato, con un gol di mano subito dalla Virtus Entella nell’ultima di campionato.

Una immagine del Centro Coni di Tirrenia, dove il Pisa ha trascorso alcuni giorni in bolla Covid-19

RITMI SPEZZATI E COVID – Non può non pesare, nell’economia della stagione, il Covid-19 con tutti i suoi annessi e connessi. È lo stesso D’Angelo ad averlo dichiarato: “Il mio rammarico arriva dopo la vittoria con la Spal, con lo stop per il Covid, ma anche con la seconda sosta non prevista di 15 giorni. Non è una difesa del mio lavoro, ma credo che salvarsi in carrozza come abbiamo fatto noi ci deve far guardare indietro con orgoglio”. Di fatto il Pisa più volte, mentre era nel suo momento migliore, è stato colpito direttamente o indirettamente, dal Covid-19. Indirettamente con i primi rinvii di inizio stagione, ma anche quando si è visto rinviare, dopo la vittoria con la Spal, una partita che avrebbe potuto avere esito diverso contro il Pordenone. Direttamente quando, nel bel mezzo di una striscia positiva, l’epidemia ha colpito cinque calciatori nerazzurri. Ritmi spezzati e impossibilità di poter sviluppare un campionato con una certa continuità. Ci sono state settimane senza partite e settimane con 3 partite in 7 giorni. Momenti morti e momenti di vera indigestione calcistica, in cui francamente sarebbe difficile per chiunque muoversi. Alla fine alcuni giocatori hanno dovuto alzare bandiera bianca, infortunatisi proprio al termine del campionato, generando l’emergenza finale di questa stagione.

TIRARE LE SOMME – Come valutare allora questa stagione, dopo tutti questi discorsi? Da una parte in maniera positiva, con un’altra salvezza in cascina, dall’altra invece deve far pensare a come continuare il progetto sportivo. Da mesi la società progetta il prossimo campionato. Gli interventi da operare, sono più che altro in difesa, su cui potrebbero concentrarsi la maggior parte dei prossimi movimenti di mercato. E poi Gori tornerà ancora? O si punterà su un altro portiere? L’Empoli infatti sta discutendo con la Juventus da tempo per poter accaparrarselo, come reso noto da La Nazione lo scorso 5 maggio. Il centrocampo va solo puntellato ulteriormente, sostituendo uno o due giocatori con chi potrebbe essere in grado di fare il salto definitivo di qualità. In attacco c’è da lavorare al futuro post-Masucci, che il prossimo anno avrà un ruolo simile a quello di Moscardelli prima del suo ritiro, da calciatore bandiera. Bisognerà intervenire per una punta da alta Serie B, capace di essere determinante nelle prime giornate di campionato dopo la squalifica di Michele Marconi, sperando che il terzo grado di giudizio ribalti ancora le carte in tavola. In sostanza, ci aspettiamo almeno 5-7 importanti cambiamenti nella rosa del Pisa, anche se l’ossatura della vecchia guarda, per larga parte potrebbe rimanere la stessa, ma comunque opererà la società, lo farà pensando al bene del Pisa, non facendo prendersi da facili sentimentalismi. Confermato Gucher, confermato Birindelli, Marconi e di alcuni centenari. Le incognite restano legate al rinnovo di Luca D’Angelo, anche se la proprietà e la dirigenza si sono già espresse in diverse occasioni. A marzo il presidente Corrado dichiarò: “Con Luca abbiamo una visione identica del calcio, quasi simbiotica. Noi vogliamo che resti a lungo a Pisa”. Lo stesso Gemmi, solo un mese e mezzo fa: “D’Angelo è al centro del progetto“. E infine, proprio D’Angelo: “Futuro? La mia volontà è ben nota, non c’è neanche bisogno che lo dica”. Tutti indizi che lasciano intendere la prosecuzione del rapporto col tecnico pescarese, ma la situazione non è così semplice. Fino a ieri D’Angelo non aveva ancora firmato il rinnovo. Si palesano quindi due possibilità per il Pisa di Knaster e Corrado. Continuare sulla strada tracciata, alzando piano piano l’asticella, per arrivare a puntare gradualmente alla Serie A, oppure mettere mano pesantemente al portafogli, provando ad andarci fin da subito? Probabilmente l’obiettivo finale sarà una via di mezzo, con lo stesso Corrado che dichiarò: “L’ideale sarebbe andare in Serie A in un anno e mezzo”. Qualunque sia l’obiettivo, la mia opinione è che il Pisa debba confermare sia Roberto Gemmi che Luca D’Angelo, traditi da alcuni giocatori per rendimento o limiti tecnici. Date un Ferrari a Luca D’Angelo e vedrete che non tradirà le aspettative, lasciate lavorare Gemmi e vedrete che porterà a Pisa giocatori di qualità. Al di là di una società che ha messo sempre nelle migliori condizioni i propri dipendenti, staff e calciatori di lavorare, se Pisa oggi può stare tranquilla, mentre a 20 km a Livorno si vive un dramma, lo si deve a Gemmi e D’Angelo. Infine i progetti della neonata società, tra Knaster, lo stadio e il centro sportivo. Il futuro è più luminoso di quanto si creda e Pisa può dormire sonni tranquilli.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018