Dopo le dimissioni di Aleksandar Kolarov è partita la ‘caccia’ a Giovanni Corrado. Come Sestaporta e come Finestra sull’Arena abbiamo ricevuto decine, centinaia di messaggi che ci hanno chiesto di chiarire quale sia la figura del giovane direttore generale all’interno del Pisa Sporting Club. In questo articolo faremo chiarezza, partendo però da una semplice domanda: Dove siete stati negli ultimi 7 anni?

GLI INIZI AL PISA – Per capire il presente di Giovanni Corrado bisogna raccontare tutta la storia, fin dall’inizio. Fin dai primi giorni dell’approdo a Pisa, anzi, un po’ prima. Fin dalla selezione per i possibili acquirenti del Pisa ad opera dell’allora presidente della Lega B Andrea Abodi, oggi Ministro dello Sport. Forse ancor più importante della figura di Giuseppe Corrado, è stato l’attuale direttore generale a spingere per l’acquisto del Pisa da parte di Enzo Ricci. “L’acquisto del Pisa è stato pilotato proprio da mio figlio, io stavo trattando, ma inutilmente per il Parma, poi quando venne fuori quest’opportunità, Giovanni mi convinse ad accettare”. Sono le parole del presidente che, in varie interviste, ha sempre ripetuto la stessa versione dei fatti. Sempre nel momento chiave della trattativa con la famiglia Petroni, lo stesso presidente ormai non ne poteva più di trattare con Taverniti e compagnia. Ancora una volta, il presidente ha chiarito le dinamiche. “Volevo andare via, ma Giovanni mi convinse a restare per chiudere l’affare”.  E’ sempre di Giovanni Corrado una famosa relazione con cui ha presentato il ‘progetto Pisa’ al padre e ad Enzo Ricci, con un documento contente le potenzialità dell’ambiente a livello di brand e tifoseria, con particolare attenzione al territorio.

Giovanni Corrado e Raffaele Ferrara con Michele Pazienza

IL PRIMO ANNO E MEZZO – I primi 6-18 mesi al Pisa sono stati quelli formativi sul campo. Incomprensioni con Rino Gattuso, un mercato coordinato male con lo stesso ex allenatore del Pisa, un rapporto crollato e mai più ricucito con lo stesso tecnico. Dichiarazioni di facciata tanto dell’ex campione del Mondo, quanto del presidente e del direttore generale, mentre dietro le quinte Gattuso e la famiglia Corrado non hanno mai potuto trovare un punto di incontro. Le versioni dei fatti si perdono nel tempo e ci interessano anche poco, le verità e i pensieri reciproci rimarranno chiuse in un cassetto per rispetto delle stesse parti in causa, a meno che in futuro non torneranno sull’argomento senza dichiarazioni di facciata da ambo le parti. La retrocessione per i punti di penalizzazione, l’aver ereditato una situazione critica in realtà, col senno di poi, rappresenta un valore. Un valore perchè la stagione 2017-18, seppur disastrosa, è stata quella che ha gettato le basi per il futuro. Tre allenatori cambiati in corso d’opera (Gautieri, Pazienza e Petrone). In particolare Pazienza, per quanto all’epoca non fosse pronto, oggi si sta ritagliando il suo onesto spazio in Serie C dimostrando di essere un allenatore di categoria. Le potenzialità erano state viste già all’epoca da Giovanni Corrado, il tempo in questo caso è stato galantuomo. Galantuomo anche il tempo con Cuppone e Cernigoi, all’epoca oggetti del mistero, ma che, dopo qualche anno, si sono ritrovati a giocare in alta Serie C e, nel caso di Cuppone, anche in Serie B al Cittadella, entrambi oggi attaccanti da doppia cifra in terza serie. Non si può salvar molto di quella stagione, ma nel corso di quel campionato Samuele Birindelli crebbe molto a livello tecnico e umano, fu ingaggiato Robert Gucher, così come Nicolas Izzillo, Alessandro De Vitis e Davide Di Quinzio, Masucci era già diventato un punto fermo della squadra. Certo, molti acquisti furono sbagliati, come Luigi Carillo (con cui ci fu anche una causa e un feroce litigio, disicuro anche una situazione gestita male dalla dirigenza e dallo stesso Corrado per inesperienza), così come Sabotic, Zonta, Petkovic e, soprattutto, Maikol Negro. Si esaurì anche la prima ‘vecchia guardia’ con Lisuzzo e Mannini che, a fine stagione, lasciarono. Un po’ ‘fatti fuori’, un po’ l’esigenza di creare un gruppo di capitani nuovo, fedele alla linea. Col senno di poi, la scelta giusta.

Il DS Gemmi con Luca D’Angelo e Giovanni Corrado

LA CRESCITA DI GIOVANNI CORRADO – Dopo un anno e mezzo turbolento, Giovanni Corrado, da direttore dell’area tecnica, ha preferito cambiare. Fuori Raffaele Ferrara, dentro Roberto Gemmi. E’ l’anno in cui il direttore generale ci mette sempre la faccia. Specialmente dopo la cocente sconfitta contro la Carrarese per 4-1, nel punto più basso della stagione, tranquillizzando ambiente, stampa e tifoseria. “L’obiettivo è quello di restare sereni e lucidi per tirare fuori il meglio di noi stessi. Non è possibile che questa squadra si monti la testa”. Un ruolo difficile quello del Direttore Generale del Pisa, a volte all’ombra, a volte costretto a smorzare gli animi o a mantenere tranquillo l’ambiente, ma sempre all’insegna dell’equilibrio, perché una società che vuole essere vincente deve sempre avere equilibrio, senza lanciarsi in facili proclami, ma operando con programmazione, marchio di fabbrica della società nerazzurra. Nel tempo il giovane rampollo della famiglia Corrado è cresciuto molto a livello dirigenziale. Un’esperienza maturata sul campo. Giorno dopo giorno Giovanni Corrado si è puntualmente responsabilizzato, assumendo incarichi di maggiore importanza, fino alla costituzione di quella “triade” rimasta leggendaria con Gemmi e Luca D’Angelo. Con Gemmi il rapporto è verace. L’ex direttore è un tipo sanguigno, votato alla poetica del “da un grande litigio può nascere una grande amicizia o grandi opportunità”. Così è accaduto in un paio di occasioni nel corso dell’anno, anche nello spogliatoio che si è cementificato.

IL ‘VERO’ LAVORO DI GIOVANNI CORRADO – Torniamo al presente. Il mercato del Pisa chi lo fa? Chi lo ha fatto? La risposta è articolata e complessa. Possiamo dire che, col tempo, l’apprendista è sbocciato ed è diventato grande, ma di fatto, fin dall’inizio, le decisioni più importanti le ha sempre prese Giovanni Corrado. E’ stato così con Raffaele Ferrara, è stato così anche con Roberto Gemmi. Ciò non significa che Corrado sia stato il direttore sportivo ombra e gli altri fossero dei meri impiegati. Tutt’altro. L’obiettivo è sempre stato quello di creare un team di lavoro dove però ogni ultima decisione spettasse proprio al direttore generale. Gemmi è stato l’ultimo diesse ‘tradizionale’ in senso stretto, ma anche l’ex direttore ha preso ogni decisione in simbiosi con lo stesso Giovanni Corrado. E’ capitato di vedere alcuni giocatori scelti da Gemmi, altri scelti e scovati da Corrado. Ogni decisione però è stata presa in team. Così è stato anche con Claudio Chiellini, anche se quest’ultimo ha avuto compiti più ampi, come la costruzione di un team di osservatori, la riorganizzazione del settore giovanile e il compito di fare in modo che il Pisa iniziasse a guardare anche all’estero. Oggi invece, con Kolarov, l’obiettivo è cambiato. La crescita dello stesso Corrado, maturata ancor di più a fianco di Chiellini, gli permette oggi di fare anche un passo in più. L’obiettivo era quello di prendere una figura importante del calcio e di inserirla nella squadra di lavoro. Nei primi mesi Kolarov avrebbe dovuto fare una sorta di apprendistato, seguendo la strada e le direttive del metodo di lavoro del Pisa con Giovanni Corrado. Col senno di poi prendere un diesse senza alcuna esperienza si è rivelato un boomerang e nelle prossime ore verrà ufficializzato in direttore sportivo un po’ più esperto, ma sempre giovane, che abbia già capito come è strutturata la società nerazzurra.

IL “PIANO” DI GIOVANNI CORRADO – Torniamo quindi alla domanda iniziale. Dove siete stati in questi ultimi 7 anni? Il piano del giovane Corrado, fin dall’inizio, è stato quello di costruire una squadra di lavoro che sopravvivesse a lui in futuro, una struttura capace di funzionare e permettere un giorno, alla famiglia Corrado, di andar via da Pisa e di lasciare una macchina perfetta al lavoro. Cosa ha fatto e cosa sta facendo quindi, Giovanni Corrado? All’inizio la squadra della direzione dell’area sportiva era composta da Ferrara, Corrado e Mariano Armonia, unico degli osservatori del Pisa e uomo di fiducia dell’ex direttore sportivo nerazzurro. Piano piano Corrado ha messo su una squadra dal punto di vista burocratico, facendo far carriera al giovane Daniele Freggia, passato a diventare da team manager un direttore operativo a tutti gli effetti, quindi ha ampliato le figure lavorative all’interno del Pisa aumentando osservatori e figure professionali. Figura centrale è stata, anche più di Roberto Gemmi, quella di Claudio Chiellini. All’ex diesse oggi tornato alla Juventus è sopravvissuta la squadra di osservatori, di cui oggi è a capo Marco Fumagalli, già nella squadra di Chiellini, assieme a Mariano Armonia. Basta farsi un giro nell’organigramma societario per vedere quanta strada è stata fatta. Pensare che, tra gli obiettivi di Corrado, in futuro c’è quello di creare, nel nuovo centro sportivo, un’intera area scouting con tanto di monitor collegati ai vari campionati di calcio del mondo, così come fa da molto tempo l’Udinese, società che ha precorso i tempi. Giovanni Corrado ha fatto esperienza sul campo e si è formato, gli manca solo il patentino di direttore sportivo. “Ci siamo recati all’estero e siamo stati ospiti di alcune società sportive europee per capire come lavorano in ambito marketing, organizzativo, dal punto di vista dell’area tecnica e come impianti e centri sportivi sono strutturati in Europa”. Parole del presidente Corrado la scorsa stagione, quando fu presentata la nuova area Lounge. Abbiamo spesso avuto notizia di viaggi europei da parte di dirigenti del Pisa e non solo, a volte come ospiti di società importanti, a volte in Estonia o in paesi emergenti per stringere rapporti e accordi.

CONCLUSIONI – Davvero stupisce che Giovanni Corrado abbia un ruolo così importante, tanto che, oserei dire, il suo ruolo all’interno della società nerazzurra forse ha anche più peso di quello del presidente stesso? Se il Pisa oggi si trova in Serie B e abbia sfiorato la Serie A, lo deve in larga parte a questa crescita. Ed è stata anche la famiglia Corrado a trovare in Knaster un investitore importante, tanto da convincerlo, di fatto, a finanziare il loro progetto. Mentre Knaster si affannava a comprare la Sampdoria, ha preferito in seguito affidare i propri soldi a una società che si stava strutturando in maniera seria, decidendo di sposare il progetto. Certo, il giovane Corrado che, lo ricordiamo, ha solo 33 anni, ha ancora alcuni angoli da smussare. Difetti da migliorare, errori ai quali rimediare. Di fatto è stato scelto l’uomo sbagliato per sostituire Chiellini. E in fin dei conti non è stata fatta una bella figura, non si può negare. Ma sbagliando si impara e, abbiamo già visto, dagli errori sono nate spesso grandi opportunità. Devo confessare che anche io negli anni ho avuto diverse divergenze dal punto di vista lavorativo e non solo con la famiglia Corrado, a volte anche feroci, lo dico in totale trasparenza, ma sono anche testimone diretto della crescita di un metodo di lavoro, così come chi ha lavorato a stretto contatto con questa società può a sua volta testimoniarlo. Davvero vogliamo criticare la migliore dirigenza degli ultimi 35 anni di calcio a Pisa? Non rendersi conto di ciò che è stato costruito in questi anni vuol dire avere enormi fette di prosciutto sugli occhi e vuol dire non essere onesti intellettualmente o essere abituati a un calcio che oggi non esiste più. Quindi qual è il problema?

Commenti

Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018