Il pareggio contro il Como da un lato ha mostrato una risposta alla crisi, mentre dall’altro è figlio di problemi ormai atavici e sempre più difficili da risolvere se non con una sterzata. Tra campanelli d’allarme, una strategia da rivedere e un calciomercato sempre più vicino, analizziamo il momento nerazzurro.

LA RISPOSTA – Il primo tempo, per lo meno i primi 35-40 minuti, di Pisa-Como, è stato a tratti disastroso. La rete subita al 12′ ha sfilacciato e fatto accusare il colpo alla squadra in maniera nettissima. Non è un caso che lo stesso Aquilani abbia giustificato l’accaduto come l’ennesimo crollo psicologico che avrebbe potuto fortemente destabilizzare la squadra e, in parte, è stato così. Dopo la mezz’ora però il Pisa si è rifatto vivo e ha iniziato a giocare, andando più volte vicino al gol nel finale di primo tempo. La risposta arriva con Valoti, che trova il gol del pareggio in apertura di secondo tempo. Il Pisa a quel punto non si ferma e prova anche a raddoppiare, mentre il Como si riorganizza e risponde colpo su colpo. Una partita anche piacevole che ha visto il Pisa andare tante volte vicino alla vittoria negli ultimi minuti del secondo tempo, ma anche rischiare due volte di prendere gol intorno al 70′ con due pali degli avversari. Alla fine, come ribadito anche ieri, il pareggio è stato davvero il risultato più giusto. Peccato perché sia contro il Como, sia contro il Venezia, comunque la squadra di Aquilani sta mostrando una crescita, ma è frenata da limiti che vedremo più avanti in questo articolo.

IL CAMPANELLO D’ALLARME – Il vero campanello di allarme che deve far drizzare le orecchie alla società è stato il grido dei tifosi. Si ricorda difficilmente una contestazione del genere durante la presidenza Corrado, forse solo nel momento più basso della stagione 2018-19, quando il Pisa si ritrovò all’undicesimo posto prima di una lunga cavalcata che avrebbe portato i nerazzurri alla promozione in Serie B. Pesano moltissimi fattori. Da un lato il prezzo dei biglietti, davvero troppo alti per uno stadio così fatiscente, dall’altro una squadra che proprio non decolla, nonostante proclami e i tanti investimenti sul mercato dell’estate. Una china pericolosa quella del caro-biglietti, con picchi vicini ai 70 euro per un biglietto di tribuna, i prezzi in generale più alti di tutta la Serie B in uno stadio che cade, letteralmente, a pezzi. Una politica fin troppo elitaria che mal si sposa con una piazza popolare come quella pisana, volendo anticipare i tempi su un prezzario che sarebbe stato molto più comprensibile in una media-bassa Serie A con uno stadio già a restyling avvenuto. Per molti tifosi la sensazione è stata quella di essere spremuti e trattati più come clienti che non come supporter. La dirigenza ora deve aprire gli occhi, al netto però di una buona volontà di fondo e di un piano ben organizzato, ma non ben riuscito. A cosa mi riferisco? Vediamolo insieme.

STRATEGIA DA RIVEDERE? – La strategia della famiglia Corrado e di Knaster, poiché la politica dei prezzi, secondo quanto emerso dalla stessa società, è una precisa volontà della proprietà americana, non è campata per aria. Il piano era quello di costruire una squadra vincente che divertisse con il bel gioco, trascinando il pubblico con entusiasmo e alzando i prezzi per vedere uno spettacolo calcistico che a Pisa non si vedeva da molto tempo. Fin qui, tutto bene. Comprensibile, un progetto affascinante e tanta voglia di stupire. La società ha fatto all-in con una strategia perfettamente condivisibile dal punto di vista imprenditoriale e societario, di cui bisogna tenere conto nel 2023. Purtroppo non ha funzionato, fino a questo momento, proprio la materia prima. La squadra infatti non sta girando, al netto di tanta, tantissima buona volontà. La strategia va quindi rivista a vari livelli. I problemi dello stadio vanno risolti, evitando il più possibile il rimpallo di questi giorni tra Comune di Pisa e società nerazzurra e, fin quando non saranno risolti, il Pisa dovrà mettersi l’animo in pace e abbassare drasticamente i prezzi dello stadio, passando dai più cari ai più economici del campionato. Lo strumento lo fornisce lo stesso Pisa, poiché quest’anno si è puntato su una strategia dinamica. Questo mal si sposerebbe con chi invece ha pagato tanto in abbonamento, ma con un po’ di buona volontà basta avviare qualche iniziativa per coinvolgere gli abbonati, magari dei meet-and-greet oppure dei gadget dedicati come regalo per chi ci ha creduto, giustificando eventualmente un calo di prezzi. Strategia da rivedere anche dal punto di vista della squadra. Gli investimenti ci sono stati e nessuno li nega, ma anche il tecnico Aquilani deve sapersi adattare ai suoi giocatori. Se un progetto non funziona bisogna rimandare a tempi migliori certe strategie, provando ad adattarsi di più alla materia prima, altrimenti si corre il rischio di essere inghiottiti dalla classifica, proprio quando all’orizzonte ci sono avversari trappola come il Sud Tirol e il Brescia e poi tre squadre di altissimo livello come Cremonese, la sorpresa Catanzaro e il Palermo, perché avversari peggiori non potevano capitare a livello di calendario.

IL MERCATO – Cosa fare poi con il mercato all’orizzonte? Tutti siamo stati soddisfatti il primo settembre, alla chiusura del calciomercato estivo. Valoti è un giocatore che la piazza pisana bramava da almeno due anni e, sebbene sia il miglior marcatore della squadra, non ha ancora raggiunto le sue potenzialità e sta deludendo come molti. E il giocatore è l’esempio perfetto per parlare di questa squadra. Il problema più grosso è relativo all’arrivo di alcuni calciatori non in forma. Barberis, lo stesso Valoti, e ancora Vignato ed Esteves. Questi quattro giocatori sono arrivati e non erano in forma. Per esserlo hanno dovuto attendere settimane, se non addirittura mesi e a novembre non sono ancora al 100%. Acquisti ottimi, ma non pronti. Anche alcuni elementi della rosa non lo erano: Caracciolo, Touré, De Vitis, Gliozzi, Torregrossa. Ben cinque giocatori che arrivavano da infortuni e di infortunio sono ancora vittime. Poi c’è stata la sfortuna delle fatalità con D’Alessandro, Arena e Matteo Tramoni. Risultato: metà squadra non era pronta o era rotta. Per anni abbiamo criticato la società dicendo che non riempiva i posti over a disposizione della rosa. Paradossalmente il primo anno che sono state riempite tutte le caselle è l’anno in cui questo può essere un problema. Per comprare bisognerà necessariamente cedere e questo è qualcosa su cui il Pisa sarà chiamato a scegliere. Tre sono i problemi più importanti da considerare in ottica mercato. Il primo è il potenziamento del reparto difensivo. Con Caracciolo infortunato e a rischio e almeno un paio di centrali che faticano a carburare ci vorrà un top player nel reparto. Il secondo problema è quello dei leader che mancano. Quelli che ci sono, da Caracciolo a De Vitis passando per Torregrossa sono tutti sempre infortunati oppure non giocano (Masucci). Il Pisa non può andare avanti senza una figura forte in mezzo al campo e Miguel Veloso insieme a Marin non possono essere gli unici perché ci vorrebbe un titolare carismatico per ogni reparto. Non è un caso se il centrocampo è il miglior reparto della rosa. Infine l’attacco. Aquilani lo ha detto, il Pisa ha solo Gliozzi come punta, gli altri sono tutti riadattati. Bisognerà fare un sacrificio e cedere, anche in prestito, uno dei top del reparto per acquistare un attaccante che faccia il suo dovere, ma chi? Mlakar è stato un grande investimento, finora tutt’altro che ripagato. Moreo purtroppo non è a fuoco e gioca ovunque tranne dove dovrebbe, al netto della sua, purtroppo inutile se non funzionale, generosità. Masucci è l’ultima scelta, Gliozzi è appena rientrato dall’infortunio e Torregrossa non riesce a dare garanzie dal punto di vista fisico. Sarà una decisione difficile, perché l’alternativa è quella di andare avanti fino a giugno con questi giocatori sperando che si sblocchino ed esplodano dando il via alla grande rimonta.

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Michele Bufalino
Giornalista pubblicista pisano, nel 2009 ha scritto il libro ufficiale del Centenario del Pisa Calcio, il volume "Cento Pisa" per la CLD Libri. Nel 2010 ha portato alla luce lo scandalo delle bici truccate e collaborato con la giustizia italiana nell'inchiesta aperta dal PM Guariniello. Ha scritto "La Bici Dopata" suo terzo libro uscito ad Aprile 2011. Addetto stampa del CUS Pisa tra il 2013 e il 2015. Corrispondente da Pisa per Radio Sportiva. Conduce "Finestra sull'Arena", il talk show di Sestaporta TV in onda tutti i giovedì alle 21. Collaboratore de "La Nazione" di Pisa da agosto 2018